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L’interior design per Valerio Cometti

Valerio cosa ti ha ispirato nella creazione della collezione Tee? Da dove ha origine il suo nome?

Tee nasce dall’incontro dei miei personali valori come designer uniti a quelli dell’Azienda Masiero.
Come mia abitudine, volevo un designer elegante e duraturo perché non amo le “mode passeggere” e ritengo che il buon design debba saper invecchiare senza alcuna fretta. Inoltre volevo che le forme pulite e semplici che tanto amo, contenessero un grado di espressività ed emozione che riconosco al DNA Masiero e che ritenevo andasse offerto alla sua clientela.

Dal punto di vista della composizione del progetto, ho voluto perseguire geometrie estremamente pulite, usando delle primitive come cilindri e sfere raccordati da solidi di rivoluzione. Su questa base formale ho costruito un dialogo molto curato e paziente di proporzioni e poi ho voluto che la luce facesse vibrare le sfere che la contengono: delle sinuose increspature incise sul paralume si accendono quando attraversate dalla luce e creano un decoro misurato, ma ritengo molto attraente. Nel settore dell’illuminazione ritengo che debba sempre essere la luce la vera protagonista e per questo ho voluto fosse proprio la luce a rendere unico il progetto.

Un altro elemento che ha guidato lo sviluppo del progetto era il desiderio di poter costruire in modo quasi modulare una famiglia molto completa di apparecchi illuminanti. Quasi ogni spazio dell’architettura che le ospita può trovare una lampada TEE adatta. Il nome della collezione è forse un modo di non prendersi troppo sul serio, con un divertente ammiccamento alla forma del TEE usato nel gioco del golf, dalla forma così simile all’unione di raccordo e paralume in questa famiglia di lampade.

Quale percorso ha avuto il progetto? Ci sono stati cambiamenti/evoluzioni/stravolgimenti nel corso dello sviluppo?

Dal mio punto di vista, il progetto ha avuto un iter particolarmente lineare e piacevole, senza alcun trauma o scossone. Inizialmente avevamo elaborato tre famiglie differenti e quella che poi è divenuta la famiglia TEE colse subito l’interesse della Committenza.
Da quella prima approvazione è stato un susseguirsi di stimoli fra designer ed Azienda per far crescere la collezione e portarla a divenire quell’ampio abaco da interni e da esterni che oggi TEE è.
Il mio studio è particolarmente incline a seguire gli aspetti manifatturieri e tecnici dei progetti che disegniamo e perciò anche il dialogo con l’Ufficio Tecnico dell’Azienda, complici competenza e propensione al dialogo dei suoi componenti, è stato particolarmente piacevole e stimolante.

Puoi descriverci com’è avvenuta la scelta dei materiali, colori e finiture?

La scelta dei materiali è stata particolarmente lineare e legata alla funzione che dovevano esprimere, esattamente l’iter a noi più gradito.
L’impiego dello stampaggio rotazionale fu proposto per il paralume della collezione da esterni, consapevoli che le ondulazioni poste sull’esterno della superficie avrebbero costituito una sfida manifatturiera. Ne ottimizzammo da subito la geometria per agevolarne la stampabilità ed il resto è stato fatto dalla capacità dell’Ufficio Tecnico di Masiero e dal partner manifatturiero.

Per la collezione da interni, sono stati impiegati paralumi in vetro, per la maggior preziosità e valorizzazione della luce. Le montature, nelle tante configurazioni disponibili già dal lancio, sono in metallo, ma anche in questo caso dobbiamo ringraziare l’Azienda perché grazie alla grande capacità tecnica nelle finiture ci ha permesso di esprimere una palette preziosa, appagante, ma anche molto contemporanea.

In che modo, dal tuo punto di vista, questa collezione completa e rappresenta un’evoluzione del catalogo Masiero? Quali sono i suoi punti di forza sul piano commerciale?

Spero che il nostro contributo possa costituire un gradito arricchimento all’alfabeto progettuale Masiero. Sicuramente il nostro approccio basato su idee semplici, ma molto forti ed eseguite con estrema cura è gradito alle tante aziende con le quali collaboriamo perciò spero possa essere gradito anche alla clientela Masiero. Dal punto di vista commerciale, credo che non sia facile trovare già dal debutto una famiglia tanto articolata, ma ancor di più spero che la famiglia TEE possa dimostrare la sua estrema versatilità nel poter arredare tanto spazi minimali e moderni, quanto classici e decorati, passando per gli esterni, creando anche in giardino un’illuminazione curata ed appagante.

Se dovessi suggerirla ad architetti e interior designer, quali sono gli ambienti per cui questa collezione si presta meglio?

Mi sono preso molto tempo per rispondere a questa domanda, ma in completa e sincera onesta, osservando a lungo la collezione TEE, faccio davvero fatica ad immaginare degli ambienti nei quali esse non possa ben figurare. Il mix di forme pulite, quasi “timeless”, ma molto personali, finiture calde, ma anche molto contemporanee, garbata decorazione nella luce, ma senza mai diventare stucchevoli, credo possa sedurre una platea raffinata, ma molto ampia.

Dal punto di vista delle geometrie l’abaco di TEE, già dal lancio, è straordinariamente ricco, perciò un prescrittore può divertirsi con qualche piccolo punto luce a parete, oppure scatenarsi con imponenti lampadari, passando per installazioni pendenti degne di una hall di hotel.TEE è davvero un elegante alfabeto al servizio di architetti e interior designer.

Cosa definisce il tuo design?

Ci sono alcuni elementi caratteristici del nostro modo di fare design:

  • Crediamo molto nel “form enhances function”, che è un modo di legare la forma alla funzione, ma senza mai dimenticarne una certa poetica, una certa garbata sensualità, che regala ancor più valore emozionale alla funzione che viene espressa.
  • Amiamo le forme levigate e semplici e curiamo in modo ossessivo le proporzioni che le legano e connettono.
  • Cerchiamo di impiegare i materiali con molta autenticità’, evitando di scimmiottarli con texture e decorazioni: ogni materiale ha delle peculiarità e cerchiamo di rispettarle ed esaltarle progetto per progetto.
  • Avendo la fortuna di lavorare in decine di settori diversi, con aziende molto eterogenee fra di loro, crediamo molto nella forza della contaminazione e lasciamo che il nostro design si faccia arricchire da queste connessioni apparentemente lontane fra loro

Tutti questi valori sono manifestazioni dell’intenso desiderio di creare oggetti innovativi, ma soprattutto estremamente duraturi.

Quali aspetti ritieni essenziali nello sviluppo di un nuovo prodotto?

Nonostante l’estrema varietà di settori e tipologie di progetti sui quali lavoriamo ci sono alcuni capisaldi imprescindibili per la buona riuscita di un nuovo prodotto:

  • Avere un’idea forte in mente: idee deboli difficilmente migliorano durante lo sviluppo del progetto
  • Avere molto rispetto per la clientela tipo dell’Azienda committente
  • Avere molta familiarità con i materiali e le tecnologie impiegate per la nascita di un dato prodotto: solo in questo modo si è in grado di accompagnare il progetto da intuizione a rendering a prodotto industriale
  • Creare un dialogo intenso con l’Azienda committente

Non è semplice ideare un design di illuminazione che possa funzionare bene sia in interno che esterno. Quali sono stati i punti chiave di questo sviluppo?

È vero, è un risultato abbastanza inusuale che spero premi il progetto.
Ho la sensazione che abbiamo individuato un giusto equilibrio fra pulizia formale ed espressività decorativa, rendendo le lampade TEE davvero adatte ad una moltitudine di impieghi, di mood, di spazi e di ambienti.
Abbiamo perseguito un comportamento luminoso corretto ed equilibrato ed anche questo aspetto credo si dimostrerà vincente tanto all’interno quanto all’esterno. Devo confessare che mi piace molto l’idea di essere all’interno di uno spazio abitativo, ammirare un corpo illuminante a pochi passi da me e di vederne uno appartenente alla stessa famiglia posizionato in giardino, all’esterno: il solo pensiero mi dà la sensazione di un progetto architettonico nel quale interno ed esterno sono in equilibrio, in continuità e l’uso di lampade appartenenti alla stessa famiglia, come una parure, potrebbe solo rafforzare questa sensazione.

Cosa differenzia la versione da interno da quella da esterno?

Volutamente non ci sono differenze di forma, proprio perché volevo rafforzare un messaggio univoco e coerente fra l’interno e l’esterno di uno spazio abitativo. Le differenze sono principalmente nei materiali, polimero nei diffusori per gli esterni e prezioso vetro per gli interni e poi nella palette delle finiture, declinate per meglio esaltare il dialogo con il contesto.

Autore dell’articolo
Alessia D’Alesio
Global Marketing & Communication Manager

L’interior design per Favaretto/Partners

Francesco, cosa ti ha ispirato nella creazione di questa collezione? Da dove ha origine il naming?

Cordea nasce dal desiderio di reinterpretare la classica lampada industriale a testa lamellare in alluminio, in chiave contemporanea sotto il punto di vista estetico e materico, cercando quel quid in più “up to date” dato proprio dalla fettuccia chiamata, in dialetto veneto, Cordea.

Quale percorso ha avuto il progetto?

Cordea segna la mia prima collaborazione con Masiero e di fatto, dalla presentazione del progetto alla realizzazione, la collezione non ha avuto grossi cambiamenti estetico formali.

Puoi descriverci com’è avvenuta la scelta dei materiali, colori e finiture?

Abbiamo la consuetudine progettuale di far dialogare più materiali in un unico prodotto.
Per Cordea sono addirittura 3 i materiali.
Lamiera metallica tornita per il corpo luminante, plastica ad iniezione per la testa lamellare, e gomma o cuoio per la fascetta.

In che modo, dal tuo punto di vista, questa collezione completa e rappresenta un’evoluzione dell’offerta Masiero? Quali sono i suoi punti di forza sul piano commerciale?

Cordea è una collezione pensata sia per l’indoor che l’outdoor, grazie all’uso di finiture e materiali differenti tra le due versioni. Flessibile, trasversale e duttile, Cordea crea un trait d’union tra l’indoor e l’outdoor.

Se dovessi suggerirla ad architetti e interior designer, quali sono gli ambienti per cui questa collezione si presta meglio? 

Cordea nasce proprio dal mio desiderio di fare una collezione “total look “che possa ricoprire il maggior numero di spazi possibili facendo dialogare intero ed esterno come un unico spazio. Non c’è un ambiente meglio fittante rispetto ad un altro.

Francesco cosa definisce il design del tuo studio?

Il nostro approccio al design è sicuramente industriale, per quello mi piace definirmi un industrial designer. Ci piace coniugare la creatività con la parte tecnica.


Quali aspetti ritieni essenziali nello sviluppo di un nuovo prodotto?

Sicuramente per lo sviluppo di un prodotto il lavoro a quattro mani “studio/azienda” è quel quid in più che fa trasformare una buona idea in un ottimo prodotto. Per noi, se manca questa sinergia, non è proficuo iniziare una nuova collaborazione, e con Masiero ci siamo subito sentiti in sintonia.

Non è semplice ideare un design di illuminazione che possa funzionare bene sia in interno che esterno. Quali sono stati I punti chiave di questo sviluppo?

Non è facile perché a livello di certificazioni l’outdoor è molto stringente! Siamo partiti cercando si disegnare la più bella collezione di lampade per l’esterno per poi entrare all’ interno. Il risultato mi soddisfa molto…spero anche a voi!


Cosa differenzia la versione da interno da quella da esterno?

Esteticamente nulla ed il Challenge è stato proprio quello! Abbiamo voluto dare finiture differenti per l’interno e e cambiare il materiale della Cordea per soddisfare anche i clienti più esigenti e i contesti più preziosi.

Autore dell’articolo
Alessia D’Alesio
Global Marketing & Communication Manager

L’interior design per Astounding’s interiors

Cari Camelia e Kevin, come nasce per voi l’idea creativa di un progetto?

Il direttore creativo Stephen Ward ha trascorso 30 anni viaggiando per il mondo, frequentando hotel a 5 stelle, ristoranti e luoghi iconici, prendendo ispirazione da tutto ciò che ha visto.

Esaminando l’origine e il modo in cui questi progetti sono stati realizzati e osservando da vicino famosi ed iconici designer di interni, si è costruito un background di nuove idee creative per i suoi clienti.

Come vi preparate per lo sviluppo di un progetto?

I progetti di interni di Astounding sono dichiarazioni audaci di design, bilanciate da funzionalità, estetica e stile di vita. Ci concentriamo sulla selezione di arredi di qualità, ottimizzando la funzionalità e creando spazi memorabili.

Quali sono gli aspetti che più influenzano le vostre scelte? Lo spazio? La personalità del cliente?

Siamo noti per pensare fuori dagli schemi, non seguendo le tendenze ma creandole, realizzando spazi lussuosi ed emozionanti dall’effetto «WOW» tra i clienti e che diventano punti di ritrovo e di tendenza.

Cerchiamo di essere fedeli all’ambiente circostante, portando però un gusto nuovo.

Come avviene la ricerca dei fornitori? Quali sono le caratteristiche fondamentali che devono avere?

Studiamo sempre il catalogo dei potenziali fornitori e scegliamo la soluzione migliore per il progetto in base a longevità e budget.

Qual è il ruolo dell’illuminazione nei vostri progetti? Quando scegliete la luce?

Noi ci occupiamo di scegliere sempre l’illuminazione decorativa, quella d’ambiente nonchè l’illuminazione tecnica.

L’illuminazione decorativa è la chiave principale per cambiare il feeling e l’atmosfera dello spazio, è una parte importante per ogni progetto che intraprendiamo.

Che tipo di rapporto avete con i vostri fornitori? Li coinvolgete attivamente nel processo? In caso affermativo, in che misura?

Sì, siamo in contatto con loro fin dall’inizio. A volte chiedendo suggerimenti e collaborazione per la realizzazione di articoli su misura, che si adattino perfettamente ai nostri progetti di design.

Volendo condividere consigli con i vostri colleghi sull’illuminazione, cosa suggerireste?

E’ fondamentale lavorare per trovare qualcosa che complimenti lo spazio, in linea con il resto degli interni e rispettando il budget del cliente.

Volendo condividere consigli con il cliente finale, cosa suggerireste di valutare per i loro acquisti?

I clienti devono considerare che è l’illuminazione che dà vita ai colori, ai tessuti, allo stile del progetto e che vale la pena spendere un po’ di più per realizzare un progetto di illuminazione completo e e funzionale che sia valido per tutti i momenti della giornata, creando una emozione ogni volta che si cammina nelle stanze.

Perché avete scelto Masiero?

Abbiamo scelto Masiero perchè il prodotto selezionato è unico nel suo genere e si differenzia da altri presenti sul mercato. Siamo conosciuti per la creazione di progetti unici ed esclusivi che lasciano un segno, ed Horo di Masiero era perfetto.

Con uno stile unico e  raffinato, il nostro team realizza progetti di ospitality e residenziali senza eguali da oltre 16 anni. Gli interni di Astounding sono dichiarazioni audaci bilanciate da funzionalità, estetica e stile. Rinomata per il design lifestyle integrato chiavi in mano, Astounding Interiors gestisce sapientemente l’intero processo dall’ideazione fino alla realizzazione.

Autore dell’articolo
Alessia D’Alesio
Global Marketing & Communication Manager, Masiero

L’interior design per Junaid Khan

Caro Junaid, come nasce l’idea creativa alla base del progetto? 

L’idea è nata come con tutti i miei progetti dalla necessità di risolvere i problemi attuali e le problematiche con lo spazio e la sua personalità. 

Come ti prepari per lo sviluppo del progetto?

Attraverso la comprensione delle criticità, le aspirazioni del cliente e ciò che lo spazio ha bisogno da un punto di vista oggettivo, che potrebbe essere diverso dalla visione dei clienti. 

Quali sono gli aspetti che più influenzano le tue scelte? Lo spazio? La personalità del cliente?

Le scelte possono essere dettate dalla natura dello spazio con il quale si deve lavorare e da come si percepisce il medesimo, individuando i punti focali verso i quali vanno indirizzate le persone.

La personalità di un cliente di solito può anche influenzare le scelte e la direzione, ma l’obiettivo è che l’idea sia trasmessa in modo convincente affinchè il cliente la senta propria.

Come avviene la ricerca dei fornitori? Quali sono le caratteristiche fondamentali che devono avere? 

La mia ricerca si basa su due metodi, il primo sulla mia conoscenza dei prodotti di brand che ho visto fisicamente o attraverso cataloghi o web o materiale stampato. L’altro è dalla selezione metodica di marchi in base al loro design e successivamente in base alle dimensioni dei prodotti, per valutare se ci sono articoli che funzionano per il progetto in termini di stile e misure. A volte è una unione perfetta, come nel caso del progetto Marhaba. 

Qual è il ruolo dell’illuminazione nel tuo progetto? Quando scegli la luce?

L’illuminazione è un componente chiave in qualsiasi progetto ed in qualsiasi spazio.

E’ molto importante come viene illuminato uno spazio, l’illuminazione può enfatizzare un elemento architettonico o diventarlo. E’ quell’elemento che può cambiare l’atmosfera, creando dramma o tranquillità.

Non c’è una giusta metodologia per la selezione della luce, tuttavia io in genere preferisco aver già realizzato un layout dello spazio per iniziare la selezione di illuminazione.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi fornitori? Li coinvolgi attivamente nel processo? In caso affermativo, in che misura? 

Di solito i rapporti con i fornitori sono molto stretti, anche con i commerciali per vedere le nuove collezioni.
In termini di coinvolgimento attivo dei fornitori, questo accade quando è già avvenuta una selezione e pertanto sono necessarie maggiori informazioni o nel caso in cui è necessario verificare se il prodotto può essere modificato in termini dimensionali per necessità del progetto.

Se dovessi condividere consigli sull’illuminazione con i tuoi colleghi, cosa suggeriresti?

Fare ricerca di brand che realizzano articoli di illuminazione unici che aiuterebbero ad esprimere il proprio linguaggio di design. Bisogna essere ben informati sulle collezioni attuali e in anticipo sui marchi in trend.

Se dovessi condividere consigli con i clienti finale, cosa suggeriresti di soppesare per i loro acquisti?

Il mio lavoro si basa su punti di messa a fuoco all’interno degli interni e le luci sono ponderate egualmente rispetto a caratteristiche principali dello spazio, mentre il vostro occhio è sempre attratto dagli oggetti più luminosi. 

Perché hai scelto Masiero? 

Masiero ha una bella collezione di prodotti di illuminazione unici con finiture di pregio e forme semplici, che hanno un impatto visivo immediato. 

Junaid Khan è laureato in Furniture design presso il London College of Furniture’ ed ha conseguito un Master in Manufacturing Engineering prima di lavorare nel design digitale e 3d. Nel 2009 ha fondato Bibi Interiors con il quale ha creato progetti di interni grazie ai quali è stato nominato per 6 premi internazionali di design da SBID e  dal Northern design awards.

L’interior design per Sanjyt Syngh

Caro Saniyt, come nasce l’idea creativa di un progetto?

Credo nello scrivere storie basate sui brief dei clienti. Io non ripeto mai concepts né dettagli. Ogni spazio deve essere disegnato, non ne esiste un altro che possa avere gli stessi elementi.
Non mi definisco un designer. Sono più un interprete. Cerco sempre di immedesimarmi nelle persone che dovranno vivere lo spazio e pensare a come vorrebbero sentirsi. Un ambiente dovrebbe sempre riflettere la natura di chi lo vive.

Come prepari lo sviluppo di un progetto?

Cerco di dettagliare ogni millimetro prima che il progetto venga realizzato. Questo crea una base solida per lo sviluppo e diminuisce le possibilità di sgraditi inconvenienti in corso di realizzazione.

Quali sono gli aspetti che influenzano maggiormente le tue scelte? Lo spazio? La personalità del cliente?

Abbiamo sentito molto riguardo l’androginia nel fashion ma non così tanto nell’interior design. C’è solo una regola che seguo quando disegno uno spazio. Lo spazio non ha un genere definito, salvo avere necessità specifiche. Il design per me è molto personale. E’ espressione del proprio gusto. Se non genera conversazione, non è design. Questo non significa necessariamente che debba essere all’avanguardia. Deve avere una storia. Molto del design è story-telling. Ma la teoria deve essere realizzabile. La bellezza vive nei dettagli. E’ sempre quel qualcosa in più che mi da soddisfazione.

Io credo in due regole cardine:

Puntare in alto o lasciar perdere.

Aspetta, abbiamo già deciso di provarci? Allora facciamolo in grande! Se ami il glam, allora sarà glam. Abbraccia la grandezza. E’ una cosa in cui ho sempre creduto anche prima del Covid e adesso che ci stiamo adattando ad una nuova normalità è diventato ancora più importante.

L’arte è necessaria.

Cos’è uno spazio senza arte? L’arte è story-telling. Non deve necessariamente armonizzarsi con l’ambiente circostante. Io penso che bisogna assumersi il rischio, mescolare le ere. L’arte non solo porta vita in una stanza ma aggiunge colore e ispirazione. Costruisce un ambiente di vita sicuro.

Come avviene la ricerca dei fornitori? Quali sono le caratteristiche principali che devono avere?

Questo aspetto è fondamentale per il progetto. Scegliamo i fornitori in base allo stile del progetto.

Quale è il ruolo della luce nei tuoi progetti? Quando scegli l’illuminazione?

Senza dubbio l’illuminazione è uno degli elementi chiave in ogni spazio che disegno. Sostanzialmente è il protagonista. Scelgo gli elementi illuminanti molto presto nel processo di design.

Che tipo di relazione hai con i tuoi fornitori? Li coinvolgi attivamente nel processo? In caso affermativo, come?

Suggerirei di far rispondere ai fornitori alla prima parte di questa domanda! Scherzo naturalmente!
È importantissimo mantenere una relazione sana con I fornitori. Sono un elemento importante di ogni progetto.
È fondamentale coinvolgerli nel processo. Loro conoscono i propri prodotti meglio di chiunque altro. Credo sia fondamentale fidarsi di loro. Noi condividiamo un brief ed un piano di lavoro con i nostri fornitori e aspettiamo loro per la definizione dei prodotti giusti. So che li faccio lavorare finché non trovo il prodotto corretto!

Se dovessi condividere un suggerimento con un tuo collega riguardo l’illuminazione decorativa, cosa suggeriresti?

L’illuminazione decorativa è parte integrante di qualsiasi spazio, e nella maggior parte dei casi è un aspetto secondario. Io suggerirei di scegliere l’illuminazione decorativa mentre si progetta lo spazio. Questo non solo ti aiuterà nella gestione del budget ma anche nel mantenere il giusto equilibrio del progetto.

Se dovessi condividere un suggerimento con un cliente finale, cosa gli suggeriresti di valutare per i suoi acquisti? 

Insisterei per finalizzare il budget prima dell’inizio del progetto. Questo aiuterebbe a distribuirlo dando equilibrio nel disegno dello spazio. Insisterei nell’allocare budget adeguato per l’illuminazione e per l’arte.

Perché hai scelto Masiero?

Ricordo di aver visto le Nappe al Salone del Mobile del 2019 e mi sono immediatamente innamorato di loro! Sapevo che volevo renderle protagoniste di un importante progetto sul quale stavo lavorando. Non volevo utilizzarle come elemento singolo perché sono convinto che la loro peculiarità si esprima al meglio con le multiple.

Farm 21 è un agriturismo adibito a casa vacanze immerso tra le fattorie di Rajokri, Nuova Delhi. L’area del sito è di 48000 piedi quadrati, con un’area edificabile di 19000 piedi quadrati.

Sanjyt Syngh è il fondatore, titolare e direttore creativo della sua azienda. La società è basata a Nuova Delhi e si occupa della progettazione di spazi di lusso. Dopo aver vinto una serie di prestigiosi premi indiani, Sanjyt è stato nominato per tre volte all’interno della classifica mondiale dei Top 100 interior designers, nel 2016, 2018 e 2020. 

L’interior design per Racha Kayali

Cara Racha, come nasce l’idea creativa del progetto?

L’idea creativa alla base del progetto può avere diverse fonti. Potrebbe nascere dall’oggetto del progetto, dalla location, dall’ambiente circostante, o semplicemente dalla richiesta del cliente. Il nostro ruolo di architetti d’interni è quello di leggere tutti questi elementi in modo ideale per metterli insieme in armonia.

Come ti prepari per lo sviluppo del progetto?

Una volta che il cliente approva l’idea principale, iniziamo a raccogliere gli elementi per costruire il progetto: dalle pareti e pavimento al soffitto, che comprende l’illuminazione architettonica, e, infine, i mobili e l’illuminazione decorativa.

Quali sono gli aspetti che più influenzano le vostre scelte? Lo spazio? La personalità del cliente?

Come ho detto sopra, entrambi gli aspetti sono fondamentali nell’elaborare l’idea principale di un progetto. Tuttavia, lo spazio è il più essenziale a mio parere. L’abilità di un architetto d’interni di talento non è solo di essere creativo, ma anche di cogliere una parte della personalità del cliente, abbinarla allo spazio ed enfatizzarla.

Come avviene la ricerca dei fornitori? Quali sono le caratteristiche fondamentali che devono avere?

In primo luogo, lo stile del partner deve essere in linea con il moodboard del progetto. In secondo luogo, la capacità del fornitore di adattare o modificare il prodotto in caso di vincoli nella selezione o nell’installazione. Terzo, il budget.

Qual è il ruolo dell’illuminazione nel tuo progetto? Quando scegli la luce?

La luce ha un ruolo essenziale in tutti i miei progetti, che si tratti di luci architettoniche o decorative. Come sapete, all’inizio della vita, Dio ha creato il cielo e la terra. La terra era vuota e non aveva alcuna forma; le tenebre erano sul volto profondo. Poi, Dio disse: “Sia la luce”: e c’era la luce.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi fornitori? Li coinvolgi attivamente nel processo? In caso affermativo, in che misura?

Una volta selezionati il materiale, i mobili e gli apparecchi di illuminazione, i fornitori diventano parte del team di lavoro. Essi sono coinvolti in tutti gli aspetti che li riguardano, dal coordinamento con i contractors fino all’installazione in loco.

Se dovessi dare consigli ai clienti finali, quali aspetti suggeriresti di valutare con attenzione per i loro acquisti?

In primo luogo, la loro scelta dovrebbe corrispondere allo stile del progetto. L’affidabilità dell’azienda è un altro punto critico, insieme alla sua disponibilità in termini di collaborazione che è essenziale per me.

 Perché hai scelto Masiero?

Onestamente, all’inizio per la collezione Raqam. Mi sono innamorata di questo maestoso lampadario, che combina ingegnosamente l’eleganza delle linee classiche e la tecnologia avanzata nell’illuminazione a led.

A seguire, grazie alla fruttuosa relazione commerciale instauratasi con il Andrea Borsato, l’Area Manager di Masiero responsabile per il Medio Oriente, ho scoperto altri prodotti di Masiero che sto proponendo ai miei clienti.

RK Interior Architecture è uno studio specializzato in progetti di interni residenziali e commerciali. Racha Kayali, la fondatrice, è un’architetto d’interni laureata presso la ESAM Design School di Parigi. Ha poi lavorato presso l’agenzia Wilmotte & Associates di Parigi per 3 anni.  Ora è membro del Gruppo Nidal e ha firmato progetti prestigiosi in tutto il Medio Oriente tra cui Riyadh, Dubai e Beirut.

Il Design secondo Oriano Favaretto

Un designer trevigiano che collabora con un’azienda Veneta: Oriano cosa ti lega a Masiero, oltre alla collaborazione professionale?

Mi lega il contatto umano con quest’azienda. La Masiero non è solo luogo di sperimentazione ma anche una famiglia. Uno spazio condiviso dove tante persone ed idee si trovano in sintonia condividendo gli stessi obbiettivi e lo stesso entusiasmo.

Hai già realizzato due prodotti per Masiero, Honicé e Ribbon. Cosa rappresenta questo terzo progetto? Lo hai vissuto come continuità o possibilità di sperimentare cose nuove?

Continuità e sperimentazione possono essere concetti complementari, nonostante all’apparenza sembrino in antitesi. Spesso, come la natura ci insegna, le cose spontanee trovano nell’evoluzione il loro ineluttabile cambiamento.

Vedo la mia collaborazione con Masiero come una trasformazione, risultato di un processo di crescita ed evoluzione, che nel design ti spinge a ricercare sempre forme nuove.

Qual è stato il punto di partenza per realizzare Iglù? Quali sono state, se ci sono state, le sfide progettuali che hai dovuto affrontare e risolvere?

Le cose più originali nascono semplici. La semplicità come sfida complessa, ma naturale, come le nostre passioni. In Iglù la sfera si sdoppia e diventa per metà solida e per metà intreccio.

Un gioiello sospeso con la sua luce intima, interiore, che la rende mistica ed introspettiva nel suo lievitare nello spazio.

Il mio desiderio di oltrepassare la gravità dei materiali si è espresso attraverso sfere disposte attorno ad un anello con una scansione regolare.

In che modo, dal tuo punto di vista, Iglù completa e rappresenta un’evoluzione della gamma Masiero?

Iglù rappresenta al contempo un’evoluzione stilistica per Masiero, ma anche il consolidamento della sua identità di azienda legata al metallo.

La volontà di realizzare un oggetto minimal e contemporaneo, ma con un sapore scultoreo che lo renda unico e solo, rappresenta una sfida ardua per l’azienda e per il designer.

Realizzare un oggetto essenziale ma che susciti un forte impatto emotivo, coniugando un aspetto leggermente retrò con le tecnologie illuminotecniche moderne.

Il metallo, elemento della tradizione aziendale sapientemente plasmato, diventa la sede naturale per la fonte luminosa a Led.

Il Design secondo Sara Moroni

Sara, cosa definisce il tuo design?

Da un punto di vista formale non c’è una regola e nemmeno uno stile predefinito: i prodotti che ho fino ad ora disegnato hanno un carattere eterogeneo ed inedito perché ognuno incarna i valori e l’identità dell’azienda per la quale sono stati pensati.

Quali aspetti ritieni essenziali nello sviluppo di un nuovo prodotto?

E’ fondamentale identificare un concept forte e tenere sempre il focus sull’utente finale. Immaginare nuove visioni, captare taciti bisogni, valutare il rapporto con lo spazio e con la persona.

In che modo, dal tuo punto di vista, una designer donna si differenzia dai colleghi uomini sul fronte della progettazione?

Il numero delle donne designer è in forte crescita e il loro contributo è sempre più rilevante e di qualità.

Si stanno muovendo con conoscenza, determinazione e destrezza, in un ambito tecnico-industriale da sempre considerato affine all’universo maschile. La differenza in ambito progettuale esiste ed è una vera ricchezza, ma sarebbe anacronistico ricondurla unicamente a fattori di genere. Credo vada piuttosto ricercata nell’unicità di ogni individuo. Ogni designer affronta il progetto con un metodo personale che lo porta ad elaborare idee, trovare soluzioni tecnico-formali molto diverse: questo è il bello!

In questo processo, per nulla lineare, fattori umani e personali influenzano fortemente l’essenza del progetto. Una designer, in quanto donna, può indubbiamente offrire un punto di vista diverso.

Qual è stato il punto di partenza per realizzare Posy?

Due i concetti base che hanno ispirato Posy.

Da un lato l’arte cinetica: movimento e percezione. In tutta la collezione l’asimmetria è ricercata ed imperante: crea movimento, leggerezza, esprime libertà compositiva ed offre all’osservatore punti di vista sempre nuovi e inattesi.

Dall’altro Design bio-ispirato: la natura come fonte di ispirazione. In natura tutto sembra spontaneo e casuale, ma risulta assolutamente armonico e perfetto. Posy è la trasposizione formale e strutturale di gemme che si sviluppano, in modo irregolare, attorno ad uno stelo ed il risultato estetico è tanto naïf quanto romantico.

Le gemme naturali sono state idealizzate e trasformate in poetiche bolle di vetro opale, aventi diversi diametri, e lo stelo affusolato è divenuto una elegante struttura organica in ottone che lega e sorregge il tutto.

Il naming “Posy”, dall’inglese “mazzolino di fiori”, rimanda esplicitamente alla forma organica del prodotto e fa forza sul concetto di composizione armonica.

In che modo, dal tuo punto di vista, completa e rappresenta un’evoluzione della gamma Masiero?

Posy è una collezione elegante e ricercata nei dettagli, ma fresca e contemporanea nel linguaggio.

Credo possa esprimere tutta l’abilità tecnica e l’esperienza di Masiero nella lavorazione dei materiali e al contempo mostrare una tensione verso nuovi canoni formali, sempre decorativi, ma più minimali e trasversali.

Quali sono gli ambienti maggiormente adatti a Posy, se dovessi suggerirlo ad architetti e interior designer?

Sono contemporaneamente lighting, product e interior designer: questo il mio punto di forza.

Nel progettare Posy ho considerato le possibili applicazioni, valutato il rapporto del prodotto con lo spazio e immaginato i possibili scenari luminosi. Il risultato di questa ricerca progettuale è una famiglia completa e versatile caratterizzata da uno stile volutamente trasversale tale da poter consentire il suo inserimento in vari contesti: alberghi, bar, ristoranti, uffici, spazi domestici sia moderni che classici.

Così come in natura, Posy offre molte soluzioni formali: singolo, doppio, a grappolo o multiplo come nelle infiorescenze. Vorrei che i progettisti utilizzassero i vari elementi che ho disegnato per realizzare il loro personale bouquet: unico e poetico.

Hai lavorato con 2 materiali diversi: ottone e vetro. È stato sfidante farli coesistere all’interno del design che hai realizzato?

Vetro soffiato e ottone sono due materiali nobili quasi in antitesi tra loro: leggero/fragile/semi-trasparente il primo e corposo/duttile/semi-riflettente il secondo. Volendo conferire il giusto valore ad entrambe le finiture, ho pensato di farli interagire fra loro tramite la luce. La sfera opalina, oltre ad illuminare l’ambiente, valorizza infatti tutta la struttura in ottone del prodotto facendone risaltare: il colore, la matericità e la raffinata micro-decorazione.

Raqam protagonista a Riyadh

Grazie alla proficua collaborazione tra Masiero Lab, il laboratorio multidisciplinare di ricerca e sviluppo interno all’azienda, con l’Interior designer Racha Kayali, fondatrice dello studio RK Interior Architecture, Arabia Saudita, è stato realizzato un bellissimo progetto in villa privata a Riyadh.

Lusso, contemporaneità ed eleganza sono protagoniste dell’installazione Raqam realizzata con l’inserimento di una composizione a chandelier completata da lampade a parete ideate espressamente per questo progetto!

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